Boomers make love with robots's AI

 


Boomers make love with robots's AI


Dico “intelligenza artificiale” e penso ad un robot.

Dico “robot" e penso che dentro ci sia una sua intelligenza artificiale.

Perche il mio inconscio collega i due concetti che hanno due diversi significati e scopi?

Ci ho pensato e credo che ci sia un equivoco di fondo, nato nel recente passato.

L’immaginario collettivo degli anni ’50, ’60 e ’70 ci ha portato ad identificare il robot come un ammasso di ferraglia con sembianze umane, un umanoide.

Questa ferraglia sarebbe stata “più robot di un robot” se e solo avesse avuto la capacità di muoversi, di agire, di fare cose, di parlare ……….di pensare?

Quindi gl’abbiamo sempre inconsciamente concesso di avere una sua intelligenza, che non essendo naturale, non poteva che essere un’intelligenza artificiale.

Le due definizioni sono state cosi a lungo e cosi tanto compenetrate che, per decenni, non siamo riusciti a pensare ad uno senza l’altro.

Per cui oggi ci è automatico pensare che un robot o un automa sia dotato di una sua intelligenza artificiale; anche se nella realtà delle cose non è detto che i due elementi siano così inscindibili.

Per cui oggi ci è automatico idealmente collocare la sede del concetto, del oggetto, del significato:  intelligenza artificiale, in un automa! ……..in un robot!

Ma se proprio ce la dobbiamo figurare l’IA, dove ce la immaginiamo che sia dentro il nostro robot? …… se non nella testa?

……..e questo è il nostro retaggio divino!

Noi baby boomers, noi boomers, abbiamo amato, abbiamo costruito, abbiamo creato i robot a nostra “immagine e somiglianza”………….per cui è ovvio che il robot sia anche intelligente! ……..e chi o cos’altro potrebbe essere intelligente più di una cosa che io ho costruito a mia somiglianza?

Cosi parlò AIClaudio

Dicembre ‘23

P.S.: L'immagine l'ho creata con l'IA di Adobe Firefly

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